Nelle ore che precedono la carriera sono solito pranzare per conto mio da Serafino in via di Beccheria, in attesa di scendere in Contrada per la benedizione del cavallo. Questa volta però era ancora troppo presto ed ho deciso di risalire via di Città, per riguardarmi le bandiere all’Accademia Chigiana e proseguire verso piazza Postierla. Di solito arrivato lì prendo a destra via del Capitano e mi dirigo verso il Duomo. Oggi però la mia attenzione è stata richiamata da una vetrina di un negozio, quasi all'angolo con di via di San Pietro, che non avevo mai notato. Lì, adagiato su un pensile, faceva bella mostra di sé, uno splendido fazzoletto dell'Oca.
Via di San Pietro è uno dei tanti luoghi della mia memoria.
Molti anni fa vi ho lavorato, per qualche mese, in uno studio.
Conservo sempre un bellissimo ricordo di quel periodo che ha
rappresentato per me uno dei primi approcci con questa magnifica
città. L'insieme di corrispondenze che si generano fra noi e i
nostri luoghi della memoria a volte danno vita a piccole magìe come
quella che stava appunto capitandomi.
Sull'altro spiccano i bellissimi e coloratissimi stemmi delle compagnie militari di San Pellegrino e Sant’Antonio e l’alabarda triestina.
Il verde appare più scuro del consueto, ma l’oro delle borchie e sulle bordature a scacchi bianchi e rossi, conferisce all'insieme un’armonia ed una bellezza, non comuni.
Me ne sono subito innamorato. Il prezzo era naturalmente da
fazzoletto di seta dipinto a mano e ci si poteva stare. D’impeto ho
deciso che lo dovevo assolutamente avere. A conclusione dell'articolo colgo l’occasione per presentare Paola Bianciardi, la titolare di “Siena, Passione e Follia”.
Non ho mai fatto alcun tipo di pubblicità sul mio sito per scelta personale, ma questa volta, data anche la fortuna che mi ha portato, farò una piccola eccezione. Grazie ancora Paola, in attesa di conoscere il signor Maurizio Cini. Massimo Tinti, 12.7.2011 |