Proprio pochi giorni fa pensavo a quando sarebbe arrivato il momento della mia stella. Il mio amico Ferruccio Brizzi l’ha messa a cinquant’anni nel ’98 con Vittorio e il Bruschelli, mi sembrava un bel traguardo. Cavolo, mi dicevo, con i nove palii sul groppone che ho già, da qui a quattro anni (ne ho quarantasei) un altro palio lo vinceremo.

Poi è arrivato il palio, sentivo che avremmo preso un cavallo buono perciò non vi dico il mio disappunto quando ho visto scartare Fedora e Istriceddu. Però mi sono anche detto : <<Meglio un debuttante, piuttosto che Elfo, non vince mai>>. E sono stato accontentato. Se dicessi però che ero felice mentirei non poco. I giorni seguenti sono passati senza aspettative, hanno voglia ora a dire, tutti gli espertoni, che il cavallo era mascherato, che è un secondo Panezio. Date retta a me, non ci credeva nessuno. Ci speri un po’ tutto qua, ma dopo averlo visto sbattere al Casato durante la quarta prova ci metti una pietra sopra e pensi con un sorriso amaro: <<Speriamo almeno che sia un bel Palio, anche se noi non contiamo>>.

Pure alla cena della prova generale, al di là dell’orgoglio ferito per il torto subito in piazza dopo l’assegnazione del cavallo, ho scorto tranquillità nella gente che mi circondava, quasi rassegnazione e voglia di andare a letto presto. Ma forse qualcosa aveva già cominciato a cambiare il corso degli eventi, forse quel fiume d’acqua disceso in via Santa Caterina nel pomeriggio aveva spazzato le nostre paure, il nostro pessimismo per un momento difficile che ci portiamo dietro da un po’ e le cose hanno cominciato a prendere una piega nuova.

La mattina, alla provaccia, già vedevamo il nostro Mississippi con occhi diversi. Ci sembrava più veloce, più bello, più “Panezio”. Sentivamo che era un giorno nuovo. Ha provato anche a piovere, ma non ci è riuscito. Durante la corsa il cavallo del BRUCO ha provato a vincere ai nostri danni come nel 2008, ma non ci è riuscito. Il cavallo scosso della CIVETTA, che se ne stava tranquillo nei pressi della Cappella, sentendo arrivare Mississippi non si è messo di traverso e lo ha fatto passare. Niente avrebbe potuto fermare quel giubbetto tricolore ed è stata vittoria.

Ora coccolo la mia stella e guardo alla mia Contrada con rinnovata fiducia per questa estate appena cominciata, per quella nuova stagione che verrà, perché l’Oca ha vinto il suo palio più bello, perché l’Oca ha un cuore che è grosso così.

Massimo Tinti, 5.7.2011

 

 

 

Stella a 5 punte: 10

 

 


indietro