Andante con grazia e intimissimo sentimento

Franco Bellino

Mais où sont les neiges d’antan ?

Dove sono gli Alfieri di un tempo ?

Uno dei momenti magici del Palio di Siena è il gioco delle bandiere in Piazza del Campo. Oggi però il gioco è profondamente cambiato. Era poesia, è diventato acrobazia. Erano amanti, sono diventati acrobati.

Nel mio ricordo sono ancora oggi vivi e indimenticabili Enzo ed Enrico che girano la bandiera dell’Oca eseguendo una danza con “marziale eleganza e misurato sfarzo” (Alfieri sugli alfieri).
Non ho mai visto in Piazza una coppia così musicale e sensuale (gli aggettivi ‘musicale’ e ‘sensuale’ sono voluti e imprescindibili).

Era come se loro due, Enzo e Enrico, oltre al tamburino che dava il ritmo seguissero una musica interiore, che solo loro due sentivano e danzavano: un “Andante con grazia e intimissimo sentimento”.

 

Una melodia dettata dal fruscìo della seta che accarezza la pelle con un brivido di piacere, illuminata dallo spiegarsi dei colori nel cielo come silenziosi fuochi d’artificio. Poi sì, c’erano lo ‘scambio di posto’ … il salto dell’alfiere’ … c’era ‘l’alzata’, su in alto, a volte ‘fino al secondo piano dei palazzi’.

Non ricordo però le ripetute ed esibite prese della bandiera attraverso le gambe .. dietro la schiena .. a testa in giù ..saltabeccando avanti e indietro sul tufo. Cose da sbandieratori del resto dell’universo mondo, ma non da Alfieri di Contrada.

Se è vero che la sbandierata in Piazza nasce dalle segnalazioni sul campo di battaglia – segnali di vita e di morte – cosa c’entrano questi numeri da giocolieri ?
La sbandierata mi sembra diventata oggi un numero da circo a beneficio di telecamera: acrobati che si esibiscono, ma nulla trasmettono della magia e della musica di due bandiere che dialogano in Piazza.

Due bandiere e un tamburo per ognuna delle 17 Contrade.
Due bandiere e un tamburo che parlano e cantano un proprio esclusivo ed orgoglioso linguaggio.

Qui finisce quello che volevo dire;

qui comincia quello che non ho saputo dire.

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Una coppia di Alfieri non si improvvisa : una coppia di Alfieri è un’opera d’arte che richiede anni di dedizione assoluta e instancabile allenamento. Dice Enzo Luppoli: <<in Contrada si lavora per anni a creare delle coppie, ma pochissime arrivano alla Piazza>>. A volte, dopo anni, la coppia scoppia perché uno dei due abbandona, si trasferisce, ha impegni di lavoro o di vita. Svanisce tutto il lavoro di anni (ma non tutto il piacere di anni) come una bolla di sapone.
A volte però la bolla di sapone, meravigliosa iridescente e delicatissima, arriva fino alla Piazza e l’emozione è indescrivibile. Nel 2022 in Fontebranda dieci anni di continui allenamenti e miglioramenti sono sembrati sufficienti per mandare in Piazza una coppia di gemelli che sanno ricreare la musicalità e la magia degli Alfieri di un tempo.

Ancora prima di avere 10 anni, Francesco Burroni già aveva la sua bandiera in miniatura. Creata con le esatte proporzioni della vera bandiera e già con il manico dell’asta piombato perché i primi esercizi del bambino, guidato dal babbo, sono i ‘fondamentali, che come in ogni arte e in ogni sport, costituiscono la base della grandezza futura. Il babbo di Francesco, Livio Burroni, fu Alfiere di Piazza dell’Oca nell’agosto del 1939 e poi nei primi Palii dopo la guerra. Io non ho mai visto Livio in Piazza …. bandiere e un tamburo per ognuna delle 17 Contrade.


Memorie di un Alfiere (link)

Francesco è un Alfiere ed è un poeta. Ecco la sua visione del gioco delle bandiere :

Grandi farfalle dalle ali di seta
volteggiano nell’ aria le bandiere
e intrecciano col vento una segreta
conversazione di frasi leggere
sospinte dal tamburo che le allieta
disegnano arabeschi… linee… sfere…
una spirale… una stella cometa…
dipinti astratti d’incerte atmosfere
poi intrecciano e allargano le ali
e intravedi in questa danza immaginaria
corpi di donne esili e sensuali
che avvinghiano il corpo dell’alfiere
e poi sfuggono libere nell’ aria
urlando al cielo il loro piacere.

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La bandiera era un punto di riferimento in battaglia. In mancanza di radio e cellulari, la bandiera e il porta-bandiera dicevano ad ogni combattente dove deve essere, dove deve andare, cosa deve fare : proprio perché il suo ruolo è così importante per i suoi compagni, l’alfiere è anche un bersaglio importante per i nemici.
Perciò deve essere un combattente a tutti gli effetti. Deve sapersi difendere, soprattutto difendere la bandiera e se necessario attaccare usando come armo sia la spada che la bandiera stessa.
Nella bibbia degli alfieri “La Bandiera” di Francesco Ferdinando Alfieri, (nomen omen) Maestro dʼArmi dellʼIllustrissima Accademia Delia in Padova, 1638 – imperdibile in Rete :

… ben 6 capitoli e sei splendide tavole su 28 sono dedicati proprio all’uso della bandiera come arma insieme alla spada :

 

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Ero molto orgoglioso del titolo che per puro caso ho trovato per questo brano: “Andante con grazia e intimissimo sentimento”. Ma alla soddisfazione per un lavoro fatto bene si aggiunge ora un incanto.
“Andante con grazia e intimissimo sentimento” sono parole di Brahms, che crea e pubblica nel 1892 "Sette Fantasie, opera 116”. La quinta di queste sette Fantasie si intitola: “Intermezzo. Andante con grazia e intimissimo sentimento”.

Ero già molto contento del titolo trovato per caso : nessun merito, fortuna. E cosa scopro oggi ? Scopro che un grande sensibile musicofilo, Piero Rattalino, scrive : “Le opere 116-119 sono certamente il testamento spirituale di Brahms. Sono il testamento di chi riferisce il passato guardando avanti con impassibile disperazione”.

Il caso, la fortuna mi hanno regalato, come una gemma preziosa, proprio il titolo che musicalmente esprime lo stato d’animo con cui ho scritto il mio ricordo della musica di due Alfieri d’antan.

Mais où sont les neiges d’antan ?
Dove sono gli Alfieri di un tempo ?

Ecco dove sono gli Alfieri di un tempo: sono qui. Sono ormai soltanto nelle parole di chi riferisce il passato guardando avanti con impassibile disperazione.