BENTORNATI VESSILLI !!!
Nell’aprile 2006
OcaioloExtraMoenia.it, in collaborazione con la testata giornalistica SUNTO.biz,
si occupò della presentazione del restauro delle 12 bandiere delle Contrade di
Siena, acquistate da Federico Stibbert per il suo Museo nel 1884 da un negoziante fiorentino.
Il 26 settembre scorso al Santa Maria della Scala è stata inaugurata la mostra
“Il Sogno del Medioevo” curata da Mauro Civai ed Enrico Toti, nella quale
figurano questi magnifici esemplari, che grazie all’equipe diretta dalla
dott.ssa Mary Westerman
Bulgarella ci giungono restituiti in tutto il loro ottocentesco splendore. Non
mi soffermerò oltre su tutto il lavoro svolto poiché ne abbiamo ampiamente
parlato in precedenti occasioni che trovate a questi link (04-2006) e (03-2005).
Oggi abbiamo incontrato uno dei due curatori di questa mostra, il dr. Enrico
Toti, con il quale condividiamo la passione per il Paperone, ed abbiamo
scambiato quattro chiacchiere.
Che valore si può dare
al lavoro svolto qualche anno fa dall’équipe coordinata dalla dott.ssa
Bulgarella?
Si tratta di un progetto di
grande interesse dal titolo Il sogno del Medioevo, promosso dal Comune di Siena,
sostenuto dalla Fondazione Monte dei Paschi e curato da me e da Mauro Civai per
il quale, come si può facilmente immaginare, ci siamo entusiasmati non solo
professionalmente, ma soprattutto come senesi e contradaioli. In particolare,
per quanto concerne il restauro si è trattato di un lavoro realizzato dalla
Società Opera e diretto con grande competenza da Mary Westerman Bulgarella,
professionista statunitense di vastissima esperienza nel campo dei tessili.
Dobbiamo comunque rendere ampio merito anche ai laboratori di restauro, due dei
quali senesi, che hanno provveduto concretamente al recupero di queste
interessantissime bandiere. In particolare, quelle della Civetta, del Drago,
dell’Istrice, dell’Onda, della Tartuca e del Valdimontone sono state restaurate
dal laboratorio L’Arcolaio, mentre quella della Lupa dal Laboratorio L’Ermesino.
Alle altre cinque (Giraffa, Leocorno, Nicchio, Oca, Pantera), ha provveduto
invece La tela di Penelope di Prato.
Come hanno accolto i
senesi questa mostra?
L’inaugurazione ha visto la
presenza di circa trecento senesi che hanno mostrato un sincero apprezzamento
per la mostra in generale e, soprattutto, per il recupero di questi
raffinatissimi manufatti. Quindi credo che verrà apprezzata anche da tantissimi
visitatori e contradaioli.
Siena e Firenze, rivali
da sempre, nel nome dell’arte e delle origini questa volta hanno lavorato
assieme?
Contrariamente a quanto si crede, nella cultura, specie quella figurativa, i
contatti con Firenze e con gli artisti fiorentini sono stati sempre abbastanza
frequenti e quindi l’occasione delle bandiere del Museo Stibbert non fa altro
che registrare una ulteriore positiva convergenza tra due centri che come tutti
sanno costituiscono dei capisaldi dell’arte occidentale
Carroccio illustrato da Federigo Ioni
Da contradaiolo
dell’Oca, tu che sei un grande conoscitore della storia delle nostre bandiere.
Credi che possa esistere, da qualche parte, una bandiera ancora più vecchia di
quella del 1859 che appare lì esposta?
Purtroppo non credo (anzi
ne sono quasi sicuro) che nella nostra Contrada si conservi una bandiera più
antica di quella del Museo Stibbert (1859). Esistono però molti bozzetti
ottocenteschi e, soprattutto, un bellissimo acquerello di Alessandro Maffei del
1846, in cui è raffigurata la bandiera dell’Oca con interessanti decori floreali
stilizzati e un grande pentagono al centro con un Paperone incoronato. La più
antica tra quelle del Museo Stibbert e quella della Pantera, datata 1829.
Si sa che le bandiere
acquistate da Federico Stibbert nel 1884 erano tutte e diciassette. Esiste la
possibilità che, per la gioia dei loro popoli, possano saltare fuori prima o poi
anche quelle mancanti?
La bellissima collezione di
Frederick Stibbert, circa cinquantamila pezzi, fu raccolta tra il 1860 e la fine
del secolo scorso. E’ composta oltreché da dipinti di varie epoche, da un gran
numero di esemplari di armature, armi bianche e armi da fuoco, provenienti da
scuole, tedesche e francesi, tutte raccolte nella sua villa di Montughi sui
colli di Firenze, oggi sede del Museo Stibbert. Tra i vari acquisti effettuati,
il 20 aprile 1884, il collezionista acquistò dal negoziante Gaetano Basetti
diciassette “stendardi di seta” di cui dodici fece sistemare al centro del
soffitto di una sala della villa denominata “delle bandiere”. Nonostante le
accurate ricerche effettuate nel Museo Stibbert da parte del direttore Kirsten
Aschengreen Piacenti e dal personale del museo, ad oggi non sono state
rintracciate le bandiere dell’Aquila, del Bruco, della Chiocciola, della Selva e
della Torre. In mostra abbiamo comunque presentato delle riproduzioni di
bandiere coeve di queste Contrade. Mi piace inoltre segnalare un bellissimo
documentario dal titolo “Dietro la bandiera”, realizzato da Massimo Reale, che
viene proiettato nei locali della mostra con notevole successo oltre a una
suggestiva “colonna sonora” che accompagna i visitatori realizzata da Giulio
Stracciati per Siena Jazz.
Antonio Pasquale Baccioni - Figuranti in
uniforme militaresca e bandiere delle Contrade - Disegno a inchiostro
acquerellato 1767 - SIENA Palazzo Pubblico
Quando e se,
ritorneranno a Firenze gli originali?
La convenzione con il Museo
Stibbert è per dieci anni. Nella “Sala delle Bandiere” del Museo Fiorentino, sono state comunque
sistemate delle fedeli riproduzioni in seta, realizzate da una ditta
specializzata olandese. In questo periodo – ma naturalmente spero anche più a
lungo – esse potranno essere ammirate da senesi e visitatori del Santa Maria
della Scala come una sorta di anticipazione del futuro museo del Palio. Insieme
alla bandiere sono infatti esposti nel chiasso di Sant’Ansano anche i Carrocci
del corteo storico. In particolare è possibile ammirare quello progettato nel
1928 dal pittore Ricciardo Meacci, una sorta di carro di trionfo arricchito da
cinque pannelli laterali sui quali il celebre “pittore di quadri antichi” Icilio
Federigo Ioni dipinse le diciassette Contrade attraverso graziose allegorie
degne di un miniatore antico.
E’ inoltre esposto un carroccio della metà dell’Ottocento, sulla quale è stata
tra l’altro posta la riproduzione dello stendardo di Monteaperti, nel quale
oltre alla Vergine recava la scritta “SENA VETUS CIVITAS VIRGINIS, ALPHA ET
OMEGA, PRINCIPIUM ET FINIS”. Per secoli il grande stendardo di seta bianca era
stato conservato al Santa Maria della Scala, ma fu trafugato nella seconda metà
del Settecento.
Particolari dei Carrocci
esposti alla mostra
Le fotografie dei Carrocci che appaiono
in questo articolo sono state scattate da Carlo Aldinucci.
Ringraziamo il dr. Toti per il tempo che ci ha dedicato e raccogliamo
infine il suo invito, allargandolo a tutti i
visitatori di questo sito, a non perdere l’occasione di visitare questa
affascinante mostra.
Massimo Tinti, 5 ottobre 2009
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