La triste brigata


1° LUGLIO 1999: UNA SERATA MAGICA


Le due serate che precedono i palii sono sicuramente le più belle e affascinanti dell’anno. Il turista che dovesse girare per Siena durante l’effettuazione delle cene rimane colpito dall’atmosfera che è festosa, ma allo stesso tempo carica di tanta tensione; tutti i senesi, in quei momenti, stanno vivendo un sogno che per nove popoli svanirà al tramonto del giorno dopo.
In quelle ore le quotazioni del proprio barbero salgono inevitabilmente, la “brenna” diventa cavallo da Palio, il cavallo da palio si trasforma in “bombolone”; se poi nella stalla c’è il “cavallone” la speranza di vittoria diventa certezza.
Il discorso del capitano eccita, di norma, ancora di più l’ambiente ed ogni contradaiolo finisce per convincersi che con un po’ di buona sorte, l’indomani tutto sia possibile.
Per il Palio del 2 luglio 1999 all’OCA tocca in sorte Giove, cavallo sconosciuto ai più. I favoriti finiscono nella PANTERA e nel DRAGO, la sorte questa volta sembra non averci aiutato. Le prove confermano l’impressione iniziale: il cavallo rifiuta i canapi e, nonostante l’indiscussa bravura di Trecciolino, la nostra vittoria appare molto improbabile. La Torre non corre, quindi non ci sono rischi. I due palii vinti in maniera ravvicinata sono una dote che permette a tutti di affrontare con serenità il Palio. Eppure la sera del 1 luglio 1999 qualcosa cambia……..
La cena della prova generale trascorre serena; abbiamo la consapevolezza che l’indomani non ci sia niente da perdere. Si arriva ai discorsi; il Governatore parla di una serie di coincidenze basate sul numero 9, il nostro numero, è il 1999 quanti nove……l’ultima domenica di maggio siamo stati estratti noni, ci è toccato il cavallo per noni, in Provenzano la nostra bandiera è stata estratta per nona, la società delle donne festeggia i 90 anni di vita, i segni insomma sembrano esserci tutti, ma per ora sono solo segni.
Tocca a Fulvio e, fra l’incredulità generale, comincia a dire che il cavallo nelle prove è stato nascosto, ma che “domani sera verrà fuori rendendo l’Oca una protagonista del Palio”. Parla di una sensazione che lui come noi sta avvertendo. Un brivido percorre la schiena dei presenti, la speranza torna prepotentemente a fare capolino nella mente di tutti, quello che doveva essere un Palio tranquillo diventa un occasione da sfruttare. Anche chi non crede possibile la vittoria è costretto ad ammettere che l’atmosfera creatasi è simile a quella delle cene che hanno preceduto tutti i nostri trionfi; il sentimento prevale sulla ragione, anche se vincere sembra un sogno difficilmente realizzabile, iniziamo a crederci fortemente grazie alle parole di Fulvio.
Il giorno dopo, la contrada affronta il Palio come se l’ultima vittoria fosse lontana un secolo. Anche l’ultimo tassello della cabala basata sul 9 va a riempire il mosaico, al canape siamo noni, una posizione dalla quale Gigi coglie una mossa perfetta: l’Oca schizza prima e ci rimane per tutti e tre i giri. Ci ritroviamo ancora sotto il palco a "scendere" il terzo “cencio” in quattro anni, la piazza è ammutolita. La domenica dopo un cartello nel corteo spiega benissimo lo stato d’animo che ha accompagnato i tre successi in questo brevissimo lasso di tempo: 1996 La Rivalsa, 1998 La Conferma, 1999 Il Trionfo.
Non sarà facile per nessuno eguagliare o superare il “filotto” di vittorie realizzato dalla nostra Contrada. Un trionfo cercato già due mesi prima quando per il giro, guarda caso, domenica 9 maggio, fu regalato ai protettori il sonetto che terminava con un beneaugurante “e se si risbandiera”. Un finale profetico al quale rimandammo la nostra mente già in quella splendida, sognante vigilia, quando cominciammo a credere di poter accogliere, il giorno dopo, il 63° “Cittino” sceso in Fontebranda.

FRANCESCO E ALESSIO
 


2 LUGLIO 1999: IL MIO PALIO

Quel giorno cominciò presto. Avevo la macchina fuori uso e Laura doveva lavorare per tutta la mattina. Non mi restava che prendere la SITA per andare a Siena. Non volevo perdere nemmeno un minuto del mio primo palio vissuto in Contrada. Sapevo che non avremmo vinto perchè era già accaduto l'anno prima e poi due anni prima ancora. Giove, toccatoci in sorte, era bello e potente; nelle prove non si era visto, ma Trecciolino lo conosceva bene. Arrivato in città, saranno state le nove, m'imbattei all'Incrociata nel ritorno del cavallo dalla piazza dopo la "provaccia" e, facendo finta di nulla, riuscii a sentire le parole che si scambiavano il Bruni e Gigi: erano sicuri di vincere. Ringalluzzito non poco andai a fare colazione, la giornata sarebbe stata faticosissima. Di positivo c'era che la Torre non correva perciò, comunque fosse andata, non avremmo perso. Alle undici avevo appuntamento col mio amico Ciuccio in piazza Indipendenza. Finalmente ero uno di loro. "Cosa ne sapete, voi a Firenze, del Palio" - mi canzonavano bonariamente - ed io mi vergognavo un poco. No, evidentemente nonostante i miei studi, la tessera di protettorato, la memoria dello zio Arrigo, non potevo ancora essere uno di loro. Poi arrivò l'ora di pranzo con il sole che picchiava sui vicoli ancora freschi, via della Galluzza cominciava a splendere col suo bell'arco, i panni stesi, le bandiere. I piedi cominciavano a bruciarmi. Il pranzo fu piuttosto lungo e ben innaffiato da un Nobile di Montepulciano. Avrei fatto dopo i conti con il mio stomaco. Ora non c'era un minuto da perdere, già si sentivano i rintocchi della campana dell'Oratorio, stava per cominciare la benedizione. Nel Portico dei Comuni una folla silenziosa e compatta avvolgeva due uomini ed un cavallo, mentre tutt'intorno il vento muoveva le insegne e le stoffe biancoverderosse della Comparsa. Mi trovai a recitare un'avemaria al cielo limpido. Facevano da sottofondo gli scatti delle reflex ed il silenzio incuriosito del turista che vuole capire tutto in due ore. "Vai e torna vincitore...." - concluse il Correttore - benedicendo Giove e Trecciolino; qualche turista ruppe il silenzio, che in quel caso è d'obbligo, con un applauso. Il Portico si svuotò in un attimo ed il mio cuore cominciò a battere più forte.
Trecciolino mentre alza il suo terzo nerboLaura arrivò poco dopo. Eravamo in tre, Ciuccio cominciava ad agitarsi e a dire che ad una certa ora se ne sarebbe andato prima alle Fonti e poi nel museo, a tapparsi le orecchie con le mani, senza vedere la corsa come sempre. Non erano ancora le sei e già la piccola televisione della Trieste trasmetteva le immagini del corteo che andava al passo di Sunto; ancora le Contrade Estinte non avevano fatto il loro ingresso in piazza. Stavamo al buio seduti accanto a vecchi, donne, bambini, altre memorie, altre speranze, riti da consumare all'ultimo minuto. Lasciai Laura da sola lì per una mezz'ora, volevo scendere alle Fonti anch'io. Fu una liberazione, l'acqua era limpida e fresca per la mia febbre, pregai. Tornando su mi sentii più calmo, forse ero pronto. L'anno prima di Agosto ero andato in piazza sui palchi, convinto di centrare il cappotto ed invece era finita male, il cavallo non aveva girato alle curve. Ma il calendario aveva fatto un altro giro su sè stesso e tutto stava per ricominciare.
Li vedo ancora mentre escono dall'entrone, sono le sette e mezzo. Siamo belli, bellissimi, entriamo noni al Canape e dopo falsa partenza ecco quella buona: Trecciolino e Giove filano via primi - urlo della Trieste - ed in progressione staccano tutti. Al primo giro cade la Pantera, Re Artu' è fuori gioco e frena gli altri; secondo S.Martino, Laura mi dice: E' fatta - allontano il suo braccio con un gesto di scaramantica rabbia, sto morendo - "Ma quando finisce?" - Ultimo giro Gigi si gira, non c'è più nessuno, deve solo trascorrere mezzo minuto può impostare l'ultimo S.Martino - "Vai, ora la discesa" -  intanto Ciuccio è riapparso con la bandiera. Ultimo Casato - Alza il nerbo: ... E' OCAAAAAAAAAAAA, sessantatreesima vittoria, tre volte in quattro anni, venti in questo secolo. Di corsa, vengo trasportato dall'onda ocaiola in festa, su fino a piazza Indipendenza; mentre il cuore mi scoppia nello stomaco, dico a Laura di non fermarsi, dobbiamo precedere il Palio di Folon in Provenzano.
Lì dentro manca il respiro, ma ecco che lo vedo sta entrando:  Ave Maria Mater Gratie....... Ed in questo interminabile abbraccio penso: "Oggi sono anch'io uno di loro".

MASSIMO

Il Palio nel nostro oratorio

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Trecciolino, mentre imposta la curva del Casato.

E' fatta

Cosa succede nel mondo

● il 5 febbraio scompare re Hussein di Giordania, dopo una lunga malattia. Esce di scena così a 63 anni uno dei grandi protagonisti dello scacchiere politico medio-orientale;
● il 24 marzo la NATO inizia gli attacchi aerei sulla Jugoslavia per indurre il regime di Belgrado a concedere l'autonomia al KOSOVO e ad interrompere le operazioni di pulizia etnica (si parla di esecuzioni di massa) nella regione. Bombardate Belgrado, Pristina e Podgorica;
● il 20 settembre oltre duemila persone muoiono sull'isola di Taiwan a causa di un terremoto di magnitudo 7,6 della scala Richter. Si tratta di uno dei terremoti più violenti del secolo, provocato da uno spostamento della faglia delle Filippine.
● SPORT: Automobilismo - il 30 ottobre a Suzuka in Giappone,la FERRARI, con Michael Schumacher ed Eddie Irvine, ritorna a vincere il titolo mondiale costruttori che le mancava dal 1983.
● CINEMA: il 22 marzo Roberto Benigni viene insignito dell'Oscar per il film "LA VITA E' BELLA"; SHAKESPEARE IN LOVE di John Madden conquista ben 7 statuette.
● CINEMA: l'8 maggio scompare a LONDRA all'età di 78 anni l'attore Dirk Bogarde, grandissimo interprete di alcuni capolavori come LA CADUTA DEGLI DEI e MORTE A VENEZIA di Luchino Visconti.

....e in Italia

● il 7 aprile la cassazione conferma il licenziamento di un'operaia di Torino, accusata dal datore di lavoro di aver fatto troppe telefonate private. Secondo la sentenza la donna ha approfittato della fiducia concessale dal datore di lavoro;
● il 15 aprile l'omeopatia entra a far parte delle cure riconosciute dallo Stato e quindi mutuabili;
● il 21 maggio Olivetti acquista Telecom: l'OPA lanciata da Roberto Colaninno raccoglie il 51,01% di adesioni, circa 60 mila mld. La più grande operazione finanziaria mai riuscita prima in Europa;
● MUSICA: l'11 gennaio muore Fabrizio de Andrè, il poeta della canzone italiana. Indimenticato autore di capolavori passati come "Bocca di rosa" e "La guerra di Piero", nonché recenti come "Anime salve" e "Khorakané".
 


 


 

 

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