di Alessio Panti

Alessio Panti è quello al centro.Mercoledì 26 Giugno alle ore 19 le chiarine hanno salutato la presentazione del palio di Claudia Nerozzi, a me è paiciuto subito e il commento con alcuni amici è stato: <<Peccato è troppo bello per poterlo vincere noi...>>" , mai previsione si sarebbe rivelata così errata.
La mattina del 29 giugno, come si pensava, tra i dieci barberi da assegnare c’era veramente poco di conosciuto. Indianos sembrava essere il favorito, Lo Specialista - fresco vincitore - non mi conviceva e gli altri tutti da scoprire tranne Guess cavallo che nella TORRE due anni fa dovette fermarsi in piena corsa in quanto preda dei crampi. Anche se, ad onor del vero, ad agosto scorso aveva mostrato una progressione micidiale tra la mossa e San Martino prima di scivolare sul tufo trascinando nella caduta altre cinque contrade e spianando la strada alla vittoria del Valdimontone.
Suonavano le chiarine e dopo aver visto assegnare Mocambo alla Torre proprio Guess finiva in Fontebranda. Se adesso dicessi che ne ero felice direi una bugìa. Così uscii da piazza per niente soddisfatto, convinto che stavolta per vincere sarebbe dovuto capitare un miracolo.
Durante le prove Guess dimostrava ancora una volta che, pronti via dava una grossa affidabilità. Rimaneva l’incognita del terzo giro, cosa alla quale nelle corse precedenti non era mai arrivato. Mi consolava la monta di Giovanni che da noi è sempre una garanzia, di contro mi preoccupava non poco quella di Gingillo in Salicotto. Mi dicevo: <<Questo per lui è il palio della vita non vorrei che ....>>.
Il giorno del Palio dopo aver accompagnato la Comparsa mi ritrovai a dover decidere dove vedere la corsa. In Piazza indipendenza trovai Simone che mi propose di vederlo con lui “di sguincio” in una tv di un bar del corso, così poi avremmo potuto vedere passare i fantini.
Scoppia il mortaletto ed escono i cavalli, a quel punto scopriamo di essere in mezzo ad un nugolo di istriciaioli, la busta sembra una condanna. Montone, Lupa, Torre, Istrice… <<Vai dico a Simone la Torre non può che partire prima... >>. Col Nicchio di rincorsa la paura sarebbe diventata certezza. Passano così 42 lunghissimi minuti con una mossa falsa che ci fa dannare. <<S'era riusciti a non farli partire perchè l'ha annullata?>> - dico a Simone.
Alla fine il Montone si ritrova fuori posto e il Nicchio entra. Come prevedevo Gingillo e Mocambo vanno immediatamente in testa mentre il Pusceddu nerba forte la Lupa e gli istriciaioli esplodono. Io e Simone siamo terrorizzati. Ma prima di San Martino spunta Giovanni che entra di dentro e supera la Torre, dietro la Lupa si libera dell'Istrice e gira terza. Al primo Casato Giovanni sbatte nei palchi e la Torre prova ad infilarci, il nostro fantino la chiude con una parata magistrale. S'arriva al secondo San Martino la Pantera che nel frattempo era rinvenuta da dietro entra bassissima e appoggiandosi alla Torre cade e lì prende forma l’abbaglio che ci farà soffrire fino in fondo. Insieme alla Pantera a noi pare che vada per le terre anche il fantino della Torre. Ed infatti sono due i cavalli scossi che continuiamo a vedere (non ci eravamo accorti della caduta del NICCHIO). Seconda nel frattempo è passata la Lupa e ora gli istriciaioli cominciano a preoccuparsi. <<Vai Giovanni. Dai Oca!>> incitiamo tutti all’unisono. Pennellato il secondo Casato inizia il terzo giro, il cavallo sembra farcela ma al colonnino all’altezza della birreria uno scosso supera la Lupa e s'appresta ed entrare “di dentro” . Io e Simone dal nostro punto di osservazione siamo convinti che si tratti dello scosso della Torre!
Comincia allora un ultimo mezzo giro che vivremo in una sofferenza pazzesca.

Rintuzzato lo scosso torna a farsi sotto Indianos e Brio nella Lupa. E’ panico per tutti, davanti al palco delle comparse i volti dei nostri ragazzi e degli Istriciaoli presenti sono bianchi come lenzuoli. Giovannino passa il Casato, Brio si butta di dentro provando l'ultimo assalto, lo scosso è all’esterno. Il bandierino non arriva mai e quando arriva la Lupa è sempre dietro. La Lupa, ma forse non lo scosso che per noi continua ad essere quello della Torre. Il gruppo di istriciaoli esulta mentre noi viviamo minuti di angoscia pura. Decidiamo di entrare in piazza con un misto di speranza e timore e sotto i palchi riceviamo la prima buona notizia. Se si fosse perso il cavallo scosso non è della TORRE, ma della PANTERA. Poi perdo di vista Simone e mi affaccio tra le scale del palco del S. Paolo. Dal Comune ancora non mettono fuori la bandiera. Altri attimi di attesa, poi l'occhio va quasi d'istinto verso il palco dei giudici dove Claudio, Bernardino, Jacopo e Federico esultano. Non ci sono più dubbi è Oca, per l'ottava volta in vita mia, in uno dei palii vinti che a causa di un clamoroso abbaglio ho finito per soffrire di più. Faccio tardi per il Te Deum in Provenzano , ma non per quello all'interno dell'oratorio. Nel prosieguo della serata amici di altre contrade che mi hanno visto mi hanno confessato di non capire perché apparissi così stravolto. Avevo fatto tutto da me.
Pazienza! L'importante è che il Papero abbia di nuovo volato in una corsa magistrale di quelle che riescono quasi sempre solo a noi.
Anche se montiamo cavalli, che da altre parti, si accasciano al suolo in preda ai crampi.....


indietro