CIANCHINO,
l'uomo e il fantino.
Oggi ho incontrato Salvatore Ladu, l'uomo vero oltre che il grande fantino
che è stato. Protagonista indiscusso del Palio, fra il 1978 ed il 2005 ha
corso 46 carriere vincendone 8. Ecco la chiacchierata piacevole e ricca di
spunti che abbiamo fatto.
Salvatore,
qualcuno ha soprannominato il '78 "L'anno dei Ragazzi". Due fantini
esordienti vinsero il Palio, Bastiano nella SELVA a luglio e tu nella
PANTERA ad agosto. Era nata una nuova generazione?
<<Eravamo
in tre debuttanti: io, Bastiano ed il Congiu (Tremoto). Si può dire proprio
che eravamo una bella generazione che poi è proseguita negli anni '80 con
anche Il Pesse, Massimino e Il Bufera. Fino alla metà degli anni '90 eravamo
in sei o sette che ci contendevamo ad ogni palio la vittoria. A luglio di
quell'anno avevo appena iniziato la mia carriera paliesca, fresco arrivato e
senza conoscere affatto la città.>>
Salvatore Ladu in due
immagini dell'agosto 1978, al tempo del suo primo successo nella PANTERA.
Come sei arrivato a Siena?
<<Grazie
al Gentili (Ciancone) con il quale correvo nel Lazio da avversario. Un
giorno mi chiese se ero interessato a venire a Siena. Conobbi prima alcuni
dirigenti dell'ONDA (Radicchi e Inglesi) poi però fu col BRUCO al Lago di
Bolsena che strinsi i primi accordi col capitano Ferruccio Pacciani ed il
suo staff. Fui soprannominato Cianchino da due illustri brucaioli,
Ciottolino e Beppe di Bedo che ora non c'è più.>>
Col Bruco l'inizio non fu molto fortunato, ma poi nel
1996, fosti l'artefice del ritorno alla vittoria della Contrada di via del
Comune dopo il lunghissimo digiuno?
<<E'
stato un palio importante perchè ha concluso idealmente la mia storia. Io
avevo cominciato col BRUCO anche se purtroppo ci ho vinto troppo tardi,
quando alcuni amici brucaioli non c'erano più e questo è un grande
rammarico. Ma rimaneva un sogno che andava a coronarsi, perchè vincere lì
rappresentava per me il massimo. Proprio in quell'anno a luglio ci avevo
battezzato i miei figli, Veronica e Alessio. A volte si fanno dei fioretti
ed io pur di vincere quel palio ne avevo fatto uno che si è poi realizzato:
non vincerne più. Così dalla vittoria di Ciancone a quella di Cianchino dopo
41 anni si chiuse il cerchio del digiuno brucaiolo.>>
16 agosto 1996, dopo 41 anni
di digiuno il BRUCO riassapora la vittoria grazie al "suo" Cianchino e a
Rose Rosa.
Però nel 1984, ad agosto, un dispiacere al tuo
BRUCO glielo desti?
<<Mi trovavo in un periodo un po' brutto, ero incerto se smettere
o continuare ed è stato il classico palio della svolta. Io con Orion tiravo
a vincere in partenza, loro con quel brocco di Sirlad pensavano che
non avrebbero avuto chances. Invece fu un palio a due anche se la
differenza fra i due cavalli era notevole.>>
Nel 1997 stavi per "scuffiare" la TORRE, ma poi la
rimonta del Pesse e Quarnero.....
<<Allora i dirigenti delle contrade tiravano
a vincere e c'era la tratta dei cavalli, adesso c'è quella dei fantini. Un
palio così, con la mentalità di oggi, non mi sarebbe sfuggito. Allora non
c'erano sgabelli e sgabellini, erano tutti "professori" e tutti volevano
vincere. Oggi contano solo i soldi, allora molto meno. Poi ritornando a
quella carriera, la GIRAFFA è sempre stata la rovina mia e della TORRE
(sorride). Era già successo nel '86 e si ripeteva ancora questa volta e per
giunta col
mio avversario Pesse. >>
Quella volta però data la tua rovinosa caduta, il
Pesse non poté farti il "gesto" che vi facevate di solito quando uno
arrivava primo e l'altro secondo?
<<Quel gesto l'ho inventato io e lui, siccome era un dispettoso,
me lo ha copiato. Noi però, eravamo veramente dei rivali, non ci si parlava,
non c'era falsità nei rapporti. Ci rispettavamo come avversari, ma ognuno
stava per conto suo, non si andava poi di notte a mangiare o a bere insieme
come accade ai fantini di oggi. Io ho avuto screzi con Bastiano, con Andrea,
con Beppe, ma eravamo veri.>>
Come ci si sente fra i canapi nel momento magico
della mossa?
<<La cosa che mi snervava di più era la lunga attesa, dover fare
il corteo storico, dover aspettare nell'entrone il momento di salire a
cavallo. Quello era lo stress più grande. Poi una volta montato a cavallo,
tutto passava, calavo la saracinesca e via. Anche fra i canapi io non
sentivo più niente a parte le chiamate del mossiere. I mormorii, i silenzi
della Piazza, i boati li ho sentiti soltanto dopo, da spettatore.>>
Urbino, Benito e Pytheos. Bomboloni con i quali hai
trionfato. Un ricordo.
<<Urbino
era un cavallo di "famiglia" perchè di proprietà di persone del BRUCO, la
cosiddetta CABOLA (Capannuli, Boschi e Landi) e lo avevo montato per quattro
mesi quando arrivai a Siena. Benito, per morfologia e carattere è quello al
quale mi sono sentito più legato ed è quello che avrei potuto montare sempre
ad occhi chiusi, anche se spesso scelte di Contrada non me lo hanno
permesso. Pytheos invece è stato la mia rovina. Il cavallo andava molto
forte, era macchinoso e si sbilanciava in curva ed era difficilissimo
rimanerci sopra. Nel giro più veloce del palio di Siena diventai un "cinese"
da come gli occhi mi si strizzarono. Era diventata una mezza sfida fra
me e lui. Nel 1990 entrai in contatto col compianto Falorni (capitano
dell'Oca) e mi accordai per correrci a luglio, ma mi ero augurato di non
finire di rincorsa. Il cavallo era fatto per il canape. Ma finii proprio di
rincorsa ed ebbi qualche intoppo . Ad agosto nel MONTONE fui ripagato di
quella sfortuna.>>
Hai corso soltanto due volte nell'OCA, ma non è mai
scoppiato l'amore?
<<Essendo
stato sempre nella sfera del BRUCO è piuttosto normale. Il BRUCO ha sempre
considerato l'OCA alla stregua di un'avversaria. Io "Abbasso Fontebranda..."
l'ho sempre sentito cantare più nel BRUCO che nella TORRE. Tuttavia con
l'OCA ho sempre avuto un buon rapporto, ho diversi amici. Forse quella volta
con Pytheos avrei potuto fare meglio.>>
Enrico Martelloni e Salvatore Ladu.
Cianchino, Il Pesse e Bastiano di allora a confronto
con Brio, Gingillo e Tittia di ora. Affinità e divergenze.
<<E il Bruschelli non ce lo metti?>>
Il Bruschelli lo mettiamo sullo stesso piano di Aceto
di quei tempi.
<<
Le dirigenze di una volta andavano in provincia, giravano la Toscana, il
Lazio e cercavano i fantini da portare a Siena per investire poi sul fantino
di Contrada. Oggi vanno in provincia solo per guardare i cavalli; è già
diverso l'approccio al palio. Oggi i dirigenti se ne lavano le mani, meno
impegni hanno e meglio stanno. Si fa politica più che andare a cercare
l'idea nuova. Si fanno belli davanti alle telecamere o ai giornali, oggi ci
sono le dirigenze dei proprietari. E' cambiato il mondo ed io m'illudevo che
Siena non cambiasse, ma così non è stato. Mi avevano convinto che il Palio
avesse un proprio guscio e che nessuno dal di fuori avrebbe potuto metterci
le mani. A me hanno insegnato che questa città è composta da 17 Comuni e non
da uno soltanto, altrimenti Siena avrebbe potuto avere la stessa importanza
di San Rocco a Pilli o Rosia. Forse non ci sarebbe stato neppure il Monte
dei Paschi.>>
Un pronostico al buio per la prossima carriera?
<<Mi darebbe fastidio veder battere al
Bruschelli il record di Andrea (ACETO) non perchè ce l'ho con lui.
Io sono amico di Andrea, un sardo che per noi giovani fantini di un
tempo rappresentava l'apice. Andrea correva negli ippodromi con Dettori ed
altri grandi. E' stato un idolo per me!
E' vero, secondo te, quanto
viene detto dai molti detrattori di Gigi Bruschelli, ossia che
"indirizzerebbe" le scelte di molti capitani finendo per condizionare
fortemente la Festa?
<<Non solo dei capitani, ma anche dei
veterinari comunali, dei veterinari delle stalle, dei dirigenti, dei
cavalli... Bruschelli, in un colpo solo, ha risolto i problemi legati al palio, di questo
gliene va dato atto. E così facendo si rispettano tutte le leggi che ci sono
oggi, non si da adito agli animalisti di attaccare la Festa e si adempie a
tutti i vincoli che un tempo non c'erano. La sicurezza è importante, ma
questo palio non è più delle Contrade, non ha più una sua anima. Bruschelli
è un senese e conosce perfettamente l'ambiente in cui è nato. Mi vengono a
mente le parole del grande Ciancone: "Toscano e senese, falso e cortese".>>
Il sogno di Salvatore
(disegno di E. MARTELLONI.
Se stanotte in sogno un angelo ti dicesse che hai la
possibilità di correre e vincere un'ultima volta e di sceglierti una
Contrada. Quale sceglieresti e perché?
<<Ora come ora, la CHIOCCIOLA. Nella TORRE
no perchè ha già vinto e non da più libidine. Ma per vincere nella
CHIOCCIOLA darei dieci anni della mia vita. Ho sempre dato molto di me a chi
aveva bisogno, pensando forse più agli altri che al mio tornaconto. E se
tornassi indietro forse qualcosa cambierei, come per esempio, in qualche
caso, aver vinto per delle dirigenze che non lo meritavano affatto, mentre
avrei preferito farlo in altre. >>
Come ti piacerebbe essere ricordato dai posteri?
<<Credo che una persona si debba distinguere per
quello che è, non per quello che fa. Se si guarda a quello che ho fatto
posso essere odiato o amato, ma
preferisco essere ricordato per quello che sono io realmente come persona.>>
Ringrazio di cuore Salvatore per
la sua disponibilità e gentilezza e per avermi fatto conoscere quella
persona speciale che è. Un ringraziamento speciale va anche ad Enrico Martelloni che
mi ha aiutato a realizzare questa intervista ed a Natale Zaffaroni che mi ha
fornito molto del materiale fotografico che è presente in questo articolo.
Le
8 vittorie di Salvatore Ladu
detto CIANCHINO
|
N |
Palio |
Contrada |
Cavallo |
1 |
16 agosto 1978 |
PANTERA |
Urbino |
2 |
16 agosto 1984 |
NICCHIO |
Orion |
3 |
16 agosto 1985 |
ONDA |
Benito |
4 |
16 agosto 1987 |
PANTERA |
Benito |
5 |
16 agosto 1990 |
V.MONTONE |
Pytheos |
6 |
3 luglio 1991 |
TARTUCA |
Uberto |
7 |
2 luglio 1995 |
ONDA |
Oriolu |
8 |
16 agosto 1996 |
BRUCO |
Rose Rosa |
PER ESPRESSO VOLERE DI SALVATORE LADU E PER MOTIVI DI ESCLUSIVITA'
DELL'INTERVISTA CHE CI HA CONCESSO, SI DIFFIDA CHIUNQUE DAL RIPORTARE ESSA O
ANCHE PARTE DI ESSA IN ALTRI CONTESTI.
Massimo Tinti, 21/06/2013
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