Devo
fare subito una precisazione: anche se mi qualifico come "ocaiolo
extramoenia" io in realtà sono senesissimo, nato nei meravigliosi
padiglioni dell'ospedale Santa Maria della Scala, ocaiolo da
generazioni, ma anche purtroppo vittima della diaspora senese.
Ebbene si, bisogna dirlo: la nostra città' e' meravigliosa, ma non
offre tantissimo a quei suoi figli che magari vogliono diventare
ingegneri e fare una carriera importante in qualche grossa azienda.
Così mio padre appena dopo la guerra andò a studiare a Milano e di
conseguenza il baricentro della sua esistenza comincio' ad
allontanarsi da Siena pur mantenendo dei legami fortissimi con la
città. La mia famiglia ha sempre vissuto questo "esilio" volontario:
si lavora dove le situazioni ti portano, ma il cuore e' sempre sui
tufi, nella nostra casa di famiglia accanto (ormai solo
spiritualmente) ai nostri cari.
Io ho vissuto tutta l'epopea di Aceto, dalla prima vittoria
nell'Aquila ai grandi trionfi in Fontebranda, con lui e' cominciata
per me bambino quella grande cavalcata senza onte durata 44 anni che
è finita purtroppo nel 2005. Per noi ragazzi di allora Andrea era
come Pelé e Maradona messi insieme, più un pizzico di Padre Pio. Era
un Palio con meno regolamenti, più cazzotti, più sangue di cavalli
sul tufo, ma sempre con la stessa passione di tutti noi contradaioli.
E l'Oca dominava la piazza vincendo e facendo vincere chi voleva lei
per purgare Salicotto, in cui nel frattempo montava una rabbia via
via irrefrenabile. La sera della Prova Generale del Palio
dell'Assunta del 68 ho assistito ancora ragazzino ad una battaglia
tra Oca e Torre, non una rissa! C'erano centinaia di persone che se
le davano e noi bimbetti si aspettava nelle retrovie che tornassero
i feriti; ho ancora nella mente l'immagine di Enrico Toti
sanguinante sorretto dai compagni che veniva portato in contrada, in
quel momento ero fresco di Iliade per cui mi sembro' di vedere
Patroclo portato sugli scudi ad Achille ( fra l'altro Enrico e'
stata una delle persone in contrada a me più vicine negli anni
successivi in cui ho vissuto per un po' a Siena).
Tutti in contrada ricordano le grandi vittorie di Andrea ma per capire veramente la sua grandezza vorrei citare altre corse dove la Torre sembrava aver già portato a casa il drappellone prima ancora di cominciare. Vi ricordate l'agosto del 74 quando Aceto era nella Selva e c'era solo lui a contrastare la nostra avversaria? E l'agosto dell'80 nel Leco? Ho ancora davanti agli occhi la piazza che ondeggia incredula di fronte al vantaggio abissale che Andrea era riuscito ad accumulare, con un terzo giro che era diventato una marcia trionfale e anche di scherno. Poveri torricchi, quante batoste! Voglio ricordare un ultimo Palio trionfale, questa volta per noi: 1969, Palio Straordinario della luna, ci sono due favorite, l'Istrice ( nona alla mossa) e noi di rincorsa. Oh Gesù, così non si vincerà mai perché l'Istrice non ci farà mai partire! Andrea comincia una sceneggiata incredibile, litiga con tutti, fa l'offeso, se la prende col mondo perché non gli danno spazio e giura che così non partirà mai. I minuti passano e comincia a fare buio, Andrea e' sempre più nel suo personaggio, e' veramente convinto di non partire, il mossiere non ne può più, lo ammonisce e Andrea se la prende con lui e si avvicina per litigare.....in realtà in quel momento e' vicinissimo al Verrocchino, l'Istrice si gira per un secondo e Andrea fianca mentre ancora parla rischiando di ammazzarsi contro il canape. Il mossiere vede e abbassa, l'Oca e' prima alla fonte e il Palio e' suo. Io ero sulla terrazza della farmacia alla Costarella, ho visto tutto da due metri, non scorderò mai la freddezza, la personalità, il coraggio. Grande!
Il maldestro tradimento finale con patetiche corse di fine
carriera in Salicotto (fra l'altro se non erro la sua ultima corsa
ha coinciso con la nostra grande vittoria del '96) non possono
cancellare il mito, anzi proprio per il loro squallore lo
confermano: le grandi imprese non si ripetono facilmente, proprio
perché sono grandi. A noi la grandezza, agli altri la pochezza! |
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