La
pagina di Lavinia Giuntini.
La
mia storia (04-2011)
Le scrivo perchè
anch'io sono un'Ocaiola extramoenia (ho trovato la forza di credere
in quello che facevo anche grazie a questo sito), e vorrei
raccontare anch'io la mia storia, per apportare un seppur piccolo
contributo a questo sito, che trovo veramente esauriente e ben fatto
(complimenti!).
Ecco qui la mia storia:
"Non sono molto brava a scrivere, quindi cercherò di raccontarvi la
mia storia in parole povere.
Dunque… Ammetto che tutt’ora è anche per me, in parte, oscuro il
motivo della nascita dell’amore per il Paperone.
Diciamo che tutto è iniziato qualche tempo prima del 2006. Amavo
–amo tutt’ora – i cavalli, che sono una mia grande passione (difatti
monto a cavallo dal 2004) e un giorno, mio nonno mi fece notare che
in tv sulla Rai, trasmettevano il Palio, festa di cui il cavallo è
appunto il protagonista. Cominciai a seguirlo, me ne innamorai da
subito. Ogni volta che vedevo i cavalli entrare in Piazza e
allinearsi al canape, la corsa, i contradaioli… sentivo uno strano
groviglio di emozioni, un misto tra ansia, euforia, felicità,
tristezza. Studiai la storia di questa bellissima Festa e tutto ciò
che la riguarda e, un giorno, mi accorsi di essermi innamorata.
Era il 16 agosto 2006, ed era la prima volta che entravo in Piazza
del Campo per il Palio. Ci andai coi miei genitori, e con al collo
il fazzoletto “tarocco” (quelli che si comprano alle bancarelle, per
intenderci) dell’Oca. Girammo un po’ per le vie della città,
osservando il corteo storico che si snodava tra le varie viuzze, ed
entrammo in Piazza più tardi dall’Onda. Ci trovammo un piccolo
posticino tra la folla ed aspettammo l’inizio della corsa. Tutto si
svolse come sempre, ma la cosa che stupì di più i miei genitori e,
soprattutto, me, furono le mie lacrime, che cominciarono a scendere
da sole una volta appurato che non era stata l’Oca ad arrivare per
prima dopo lo scoppio del mortaretto.
Tornai a casa un po’ perplessa e ancor più affascinata da questa
misteriosa Festa, che ogni anno sconvolge (in senso positivo) la
vita dei contradaioli. Ed è così che mi sono innamorata del
Paperone. E’ come se fosse stato un sentimento che si era assopito
in me e che, a un tratto, si risvegliava. Sentivo che era la mia
Contrada, mi sembrava di conoscerla da sempre.
Ed è così che, un giorno, decisi di scrivere alla Contrada per
raccontare la mia storia, e mi risposero che mi avrebbero potuto –
se volevo – battezzare in Contrada nel mese di Maggio, per la Festa
Titolare.
Per me era un sogno che si realizzava. E così, il 5 Maggio 2007, fui
battezzata in Contrada. Finalmente ero (e sarò “per tutta la vita”)
anch’io un’ocaiola. Appena 2 mesi dopo, Giovanni Atzeni e
Fedora Saura mi fecero un regalo ancor più grande: vinsero
il Palio, il 64° per la Contrada, il 1° per me, appena battezzata.
Tutt’ora seguo (seppur da lontano) il più possibile le varie vicende
che interessano la Contrada. Non vivendo a Siena per me è difficile
vivere completamente la Contrada, cosa che, sinceramente, sento che
mi manca molto. Difatti son nata a Poggibonsi, ma vivo in un paese
in provincia di Firenze a 40 minuti da Siena.
Ogni volta che vado a Siena è obbligatoria una tappa in Contrada.
Scendo fino in Fontebranda, dove talvolta mi siedo ad ascoltare il
sussurro dell’acqua e a pensare a come sarebbe stata la mia vita se
fossi nata proprio in Contrada.
Lavinia Giuntini
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