Sinfonia n°67 (o del Destino)
in Do una purga galattica ed indimenticabile

Movimenti

Adagio Lento – molto triste, quasi una marcia funebre
Presto
Scherzo – speranzoso
Finale – Allegro trionfale


Preparazione all'ascolto
Raramente una sinfonia comincia con un movimento lento, che non sia solo un preludio ad un movimento più veloce. Ma lo stato d’animo del compositore, nel periodo che va da novembre 2019 a luglio 2023, lo ha portato ad immaginare un inizio nella desolazione e intima tristezza.

L’adagio attacca con un tremolio d’archi e procede attraverso una frase che ogni tanto ritorna (come un tema ricorrente), nella partitura è scritto fra le note, "l’avversaria ha santi non solo in paradiso, come posso reagire?". A metà dello svolgimento subentra un nuovo tema, quasi di speranza, un oboe indica la strada che subito è ripresa dall’orchestra e sembra dire: <<Guarda avanti, fai la Contrada che sei, e comanderai ancora…dovrai solo aspettare e la stella di Fontebranda tornerà a brillare>>.
Il movimento si chiude infine con un corale, i morti che sono sempre nei nostri cuori cantano per noi: <<Da quassù accanto a voi, siamo nei vostri pensieri senza farci sentire, presto ci canterete il Te Deum>>.

Il secondo movimento (Presto) parte con una marcia che si fa sempre più demoniaca fino a diventare tempestosa (sturmisch) con l’uso dei timpani. Tutta la sezione fiati è impegnata a duettare con quella degli archi, nella partitura si legge : "2 luglio 2022 – il Viso d’Angelo si avvicina sempre di più, ma è un angelo del male, ha il ghigno di un elefante e le fattezze di un pistoiese. Poi tutto ad un tratto una specie di Sigfridau (Un Sigfrido con sangue sardo) su un destriero potente e scuro chiamato Destino (Zio Frac) gli sbarra la strada". Ora la musica ha un arresto, come una sospensione, poi segue un fragore sottolineato in fortissimo da tutta l’orchestra. Quindi, dopo 9 battute, gli archi tornano a donare serenità alla scena, "l’Angelo della Purga ha perso e si ritira". Il movimento si chiude con un motivetto sussurrato da un flauto..."per un centimetro il Destino ha resistito". Poi annunciato da un oboe e da un fagotto, in una cantilena quasi canzonatoria, un coro di voci bianche intona una profezia:<<Da un centimetro a tre colonnini, la prossima volta (2 luglio 2023), vedrai Elefante, Sigfridau ancora ti sconfiggerà.>> e con un tintinnio di glockspiel e triangoli, si chiude il movimento.

Uno squillo di trombe da l’avvio allo Scherzo. Nella partitura è tutto un ripetersi di strumenti a gruppi di 5 (a coscia) e di 2 (a orecchio) e prende corpo un valzer. E’ come un idillio, un popolo festante in bianco-rosso-verde (13 agosto 2023) invade una piazza e va a prendersi il cavallo Destino (Zio Frac). Viole, violini e violoncelli obbligati con flauti, corni e fagotti, accompagnano il ritorno del popolo festante alla casa di Santa Caterina, in lontananza si odono tamburi, piatti ed anche un lieve accenno di fanfara.

Il Finale ha un’architettura complessa.
L’inizio è malinconico, "Sigfridau non salirà su Destino", e qui in sottofondo un mugugno di violoncelli e contrabbassi per sottolinearne la delusione, "andrà a combattere per i ColliLunghi".
Ma "Destino (Zio Frac) risoluto rincuora il popolo bianco-rosso-verde che saluta l’arrivo di Karl che lo accompagnerà in battaglia".
Nella parte successiva, "Capitan Feffenburg di Fontebranda infuoca il suo popolo, annunciando che la vittoria di Destino non potrà essere impedita". - Qui non si capisce bene, ma c'è un segno strano nella partitura, forse una scaramanzia del compositore - Intanto, un corno solitario sembra indicare la strada, poi l’orchestra riprende il motivo iniziale.
Nella sezione conclusiva, l’orchestra aumenta l'intensità, i legni vibrano ed una marcia trionfale accompagna "l’incedere di Destino che ha perso Karl, ha visto cadere Sigfridau e compirà da solo l’impresa"(altrimenti che destino sarebbe?). La marcia sembra assumere toni cupi – ritorna la frase lamentosa del primo movimento - "perché un ultimo avversario prova in tutti i modi a cambiare il corso degli eventi, tal Karbur dei DURI", un basso tuba, un po’ irriverente accompagna però il suo finale inglorioso e lo schianto sul tufo è seguito da un colpo di piatti. E così Destino compie se’ stesso e la Vittoria arriva in un tripudio di campane, triangoli, xilofoni timpani. La sinfonia sembra così volgere al termine, ma nella partitura c'è ancora lo spazio per tre ultimi colpi di martello:
FONTEBRANDA COMANDA
COMANDA
COMANDA

La sinfonia è terminata, ancora nell'aria l'eco di quell'ultimo colpo di martello. Nella mente di chi ha vinto e in quella di chi ha perso...per l'eternità.

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