Anche il mondo dei fantini, dopo gli anni '50 e i trionfi di Giuseppe Gentili detto Ciancone e Giorgio Terni detto Vittorino, stava vivendo un profondo mutamento. Dalle Capannelle di Roma giunse a Siena Andrea Degortes, il piseddu di Olbia ed in poco tempo grazie anche all'appoggio del Cavalier Ettore Fontani, personalità di spicco nell'ambiente paliesco, nonché dirigente dell'Oca riuscì a farsi notare. Vinse il suo primo Palio nel 1965 per i colori dell'Aquila a 22 anni. Il suo avvento rivoluzionò, in certi casi capovolgendoli, i rapporti tra fantino e Contrada. Il fantino diventava un professionista a tutti gli effetti ed era in grado di gestirsi benissimo senza troppe ingerenze da parte della Contrada. In altre parole non sarebbe stata più la Contrada a scegliere il fantino, ma più spesso il contrario. Aceto ha fermato il numero di palii vinti a 14 nel 1992. Dopo di lui c'è stata una serie di ottimi professionisti: Bastiano, Cianchino, il Pesse, ma nessuno di loro è riuscito ad avvicinarlo.
E poi il Palio ha superato il traguardo del III Millennio e nel periodo della globalizzazione totale, un aspetto più degli altri preoccupa: lo spopolamento delle Contrada. Purtroppo anche il contradaiolo, per motivi di lavoro, di spazio e di spese ha dovuto abbandonare la Contrada per andare ad abitare fuori dalle mura o anche ad una decina di chilometri dalla città. Questo a scapito della sua frequentazione in Contrada che si restringe a qualche evento sporadico ed ai consueti quattro giorni della Festa. Quindi le Contrade sono tornate ad interrogarsi sul problema dei territori extramoenia. Le ipotesi di suddividere il territorio dell'intero Comune a spicchi o a isole vengono dibattute da molti anni. Nel 1994 un documento del Magistrato delle Contrade è stato portato in discussione nelle diciassette assemblee sovrane delle Contrade che però hanno espresso un parere sostanzialmente negativo. E' stata invece riaffermata la necessità di rivitalizzare i territori storici, contrastandone attivamente il progressivo impoverimento sociale ed abitativo. Forse cambierà il modo di vivere la Contrada così come sono cambiati i rapporti interpersonali grazie al web; ma il Palio sopravviverà, di questo ne siamo certi e sarà sempre più bello e più nuovo che mai.
FONTI BIBLIOGRAFICHE:
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