Sempre nello stesso anno ci fu un altro rinnovo dei costumi e delle
monture - stile fine '400. Il nuovo carroccio, adorno di allegorie
delle Contrade dipinte da Federigo Joni, non fu più trainato da
cavalli, ma da sei grandi buoi di razza chianina condotti da bovari.
Tartuca, Onda, Nicchio ed Oca diedero vita negli anni '30 al
T.O.N.O., un'effimera coalizione tra Contrade che le portò a
vincere, di comune accordo, alcuni palii. Tutto si concluse il 16
agosto 1934, col presunto tradimento dell'Oca ai danni del Nicchio.
Poi fu di nuovo guerre ed il Palio dovette rifermarsi per cinque
lunghissimi anni.
Finita la guerra i senesi tornarono alla loro vita: il Palio. Le
Società di Contrada riaprirono i battenti e si decise di correre un
Palio straordinario per celebrare l'avvento della Pace, il 19 agosto
1945. Si corse il 20 per pioggia e ne successero di tutti i colori.
Avrebbe dovuto vincere il Bruco, ma contro tutti i pronostici vinse
il Drago. I brucaioli, per la rabbia, fecero a pezzi il drappellone,
ma poi a loro spese ne fecero dipingere una copia e questa fu
consegnata alla vincitrice.
Nel 1950 fu introdotto l'attuale meccanismo descritto ampiamente
nella sezione
REGOLE,
che consente di determinare l'ingresso ai canapi delle Contrade.
Agli inizi degli anni '60 cominciarono ad arrivare in Piazza i
cavalli dalla Sardegna e di lì a poco sarebbero stati seguiti anche
dai fantini. L'unico sauro maremmano che contrastò questo
predominio fu Eucalipto alias Ettore alias Dragone, Sua Maestà: Topolone. Vinse 7 delle 17 carriere disputate. Una di queste fu il
Palio straordinario per la conquista della luna, corso il 21
settembre 1969, nel quale stabilì anche il nuovo record della pista
di 75 secondi netti. Lo montava un certo Andrea Degortes detto
Aceto. Con questo Palio si inaugurò una nuova epoca nella pittura
del drappellone. Mario Bucci detto Marte, l'artista senese che lo
dipinse, trasse ispirazione dalla pop art, molto in voga in quel
periodo. Veniva così a spezzarsi quel linguaggio tipico del drappellone di gusto neorinascimentale che si protraeva con rare
eccezioni dalla fine dell'Ottocento. Il passo compiuto col drappellone di Marte avrà effetti dirompenti sui successivi, nei
quali simboli e forme non appariranno più rigidamente impostati, ma
saranno di volta in volta re-interpretati da artisti di tutto il
mondo con nuova vivacità.
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