L’adolescenza mi allontanò dallo zio e da quel mondo così diverso dalla realtà di tutti
i giorni. A quei tempi, fuori da Siena, di palio se ne parlava
soltanto nel giorno della carriera, il resto purtroppo rimaneva fra
le mura e non arrivava a Firenze. Finché alla fine del 1984, in una
fredda domenica pomeriggio, mi recai a Siena con alcuni amici. Volli
scendere in Fontebranda a vedere con i miei occhi i luoghi dell’Oca,
raccontati anni prima dallo zio: via Santa Caterina, le Fonti.
Quell’anno, il 2 luglio, l’Oca aveva vinto il Palio, ancora con
Aceto, ma io lo seppi soltanto dopo. E così sarebbe accaduto anche
l’anno successivo. La mattina del 2 luglio 1985 ero atteso per la
prova orale della maturità. Alla sera, ancora un po’ rincoglionito
da Leopardi e dal diritto pubblico potei assistere, da casa, alla
cavalcata solitaria del bianco destriero Brandano, montato
naturalmente da Aceto.
Aceto e l’Oca, queste due parole mi riportavano alla mia infanzia.
Avevano un suono dolce ed al tempo stesso un po’ antico, come una
scatola vuota di latta, come una campanella verde, bianca e rossa
che ancora suonava in qualche parte di me. Il mio avvicinamento alla
Contrada, stava per cominciare.
Nell’autunno del 1986 le circostanze vollero che fossi assunto come
impiegato, per un breve periodo di tempo, proprio a Siena, in uno
studio in via di San Pietro. Trascorsi così qualche mese respirando,
ogni giorno, l’aria della città e cominciai ad interessarmi
al Palio ed alle Contrade. Ma purtroppo il mio contatto
con la Contrada doveva essere ancora rimandato. Di lì a poco sarei
partito militare e lo zio se ne sarebbe andato.
Poi trascorse il periodo più lungo lontano da Siena e dalle sue cose: dieci anni.
Un giorno mi capitò tra le mani una guida della città. D’un tratto
riaffiorò alla mia mente tutto quel tempo che credevo perduto e
cominciai ad accarezzare l’idea di prendere contatto con la Contrada
dello zio, la mia vecchia Oca. In estate esultai per quel bellissimo
palio a nerbo sciolto vinto da Quarnero con Trecciolino (Aceto
montava nella Torre? Il mondo era davvero così tanto cambiato?).
Subito dopo presi carta e penna e scrissi alla Contrada.
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