Non posso fare a meno di collocare in quel periodo la conoscenza di
una delle memorie storiche delle cose di palio: Sergio Profeti,
divenuto poi un mio carissimo amico. Senza contare la curiosità
suscitata in Fontebranda per le interviste ai personaggi
della Contrada, per gli spaccati sulla storia di quel luogo e tanti
altri spunti. In seguito finii a mia volta intervistato sul “Siam
delle Fonti”, il giornale della Contrada.
Il 4 settembre 2004, sempre a Siena,
celebrai il mio matrimonio. La cerimonia in Palazzo Pubblico, con il
Paggio del Paperone al mio fianco, e poi via di corsa con gli
invitati a Montaperti per festeggiare le nozze di un ghibellino
fiorentino nel ricordo del prode Farinata degli Uberti.
L’anno successivo, con la vittoria della TORRE arrivò la prima
purga. E non fu affatto un dramma. Me lo aspettavo, dopo
quarantaquattro anni ci poteva anche stare. Da quel contradaiolo
atipico che sono mi immedesimai nei panni di un mio coetaneo
torraiolo e provai un brivido. Era giusto così. Ma la cosa che
ricordo come più bella la realizzai in quell’autunno. Grazie alla
simpatica amicizia con il figlio Antonio, fui invitato a casa
Degortes per intervistare uno dei miei idoli di bambino: Aceto. Ne
parlarono tutti i giornali di Siena.
Tre anni più tardi, nel 2007 la nascita di Margherita (la mia
seconda figlia) ha coinciso con un’altra vittoria del Paperone,
quella di Fedora Saura e del Tittia, divenuto in seguito fantino di
Contrada.
Poi sono trascorsi due anni in chiaroscuro per alcune decisioni
legate al mio rapporto con la Contrada, ma mai ed in nessun caso il
mio affetto è mancato nei confronti di questo Paperone. Nel 2009, in
occasione del cinquantenario della vittoria del 1959 pubblicai una
monografia interamente dedicata all’evento in questione che, anche
in quella circostanza, mi valse l’attenzione dei giornali cittadini
e, cosa ancora più gradita, un attestato di stima dal mitico Bobo
(barbaresco di allora) in persona.
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