Il Palio da
Napoleone ai Savoia
"Accadde nel disimpegno della corsa una fiera controversia tra due
fantini, i quali scesi dai loro cavalli, ma però senza abbandonarli,
si batterono con nerbi e pugni per un'intera girata stando fermi
sotto la Casa Cerretani (l'attuale Palazzo d'Elci), ed erano così
inferociti l'uno contro l'altro che pareva si dovessero sbranare e
lacerare con morsi ed unghie sul viso, ed orecchio in modo che
grondavano di sangue, e se avessero avuto delle armi sicuramente si
sarebbero ammazzati".
Leggendo la cronaca sopra riportata, del Palio del 2 luglio 1800, ci si può
rendere conto di quanto la corsa potesse rischiare di essere alla
mercè di vendette personali fra fantini, perciò, dal successivo
palio fu disposto che "non sia permesso ai fantini di ritenersi o
battersi, finché dopo date le mosse e calato il Canape, non abbiano
intieramente oltrepassato tutto il Palco dei Giudici (che allora si
trovava a Fontegaia), pena il carcere".
Più importante ancora fu un altro provvedimento col quale la
Magistratura Civica si accollò definitivamente gli oneri del Palio
di Agosto. L'effettuazione di questa corsa, come si ricorderà,
iniziata grazie all'Oca nel 1701 era rimasta sempre a scelta delle
Contrade vincitrici a luglio o di privati cittadini questuanti per
le spese necessarie. La Magistratura deliberò quindi che per il
Palio "alla lunga" del 15 agosto non si desse più il solito drappo
di velluto in premio del valore di 110 talleri, ma che questa somma
fosse suddivisa in due parti: 70 al vincitore del Palio "alla lunga"
e 40 alla Contrada vincitrice di quello "alla tonda". Per quell'anno,
1802, nel Palio di agosto le 10 Contrade furono estratte tutte a
sorte il palio ed anch'esso fu omologato come ordinario.
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