Nel 1788 fu emanato un editto per contenere gli eccessi e dare
allo spettacolo una linea più corretta e più propria, tipica di una
festa tradizionale consegnata alla storia. Fin dall'inizio del Palio
era consuetudine che i fantini dovessero presentarsi al canape nello
stesso ordine dell'assegnazione dei cavalli alle Contrade. E siccome
questa assegnazione avveniva quattro giorni prima del Palio, c'era
tutto il tempo di stringere accordi fra Contrade e fantini. L'editto
stabilì che da quel momento sarebbe stata l'Autorità Comunale ad
effettuare un sorteggio segreto pochi istanti prima che i fantini si
recassero alla mossa. Il nuovo provvedimento, oltre a scontentare i
fantini, non trovò d'accordo neppure le Contrade che obiettarono il
poco genuino svolgimento dell'estrazione dal momento che ne venivano
tenute all'oscuro. L'anno successivo si decise che l'estrazione non
dovesse effettuarsi in Piazza al momento della corsa, ma la mattina
del Palio nella Cancelleria del Magistrato Comunitativo e che fosse
resa nota ai Giudici della Mossa, al Tenente di Piazza per la
chiamata al canape ed infine ai Capitani solo al momento
dell'ingresso in piazza delle Comparse. Vista con i tempi di oggi ci
sarebbe stato sempre tutto il tempo per stipulare i partiti, ma un
passo avanti notevole era stato fatto.
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