Il Palio "alla
tonda" nel Campo
La proposta di correre il Palio in Piazza venne presentata ufficialmente al
Comune l'11 luglio 1605, dai due Deputati della Festa per il Palio
d'agosto, tali Sigismondo Santi e Fortunio Martini.
Diverse furono le ragioni addotte a sostegno della proposta: il
Palio con i cavalli per le strade appariva sempre più pericoloso e,
inoltre, era impossibile godersi interamente lo spettacolo. Invece
in Piazza la corsa "si vedrebbe tutta insieme e da ognuno con più
lungo spatio ed in somma mentre ella durasse".
La lunghezza del percorso, da effettuarsi in Piazza, doveva essere
equivalente a quella di un Palio alla lunga di quegli anni (circa 1
chilometro). Inoltre, se la carriera fosse stata disputata dalle
Contrade, anziché dai privati, il drappo e gli altri premi vinti
sarebbero rimasti a Siena:"rimanendo il palio nella città se ne
farebbero donativi a Chiese e luoghi pii, come sempre si è usato di
fare a esse Contrade, quando a simil carriere hanno guadagnato cosa
alcuna"
La risposta del Granduca si fece attendere solo un giorno: "Sua Altezza se ne rimette alla Balìa, ma assicurisi che la festa non doventi tragedia né s'ammazzi
gente". La Balìa, magistratura ordinaria che aveva il compito di
trattare gli affari che esulavano dalla normale amministrazione, non
ebbe nulla da eccepire: "deliberarono che i medesimi due habbino
piena autorità sopra tal fatto di far quanto li parrà".
La cosa cominciò a far breccia fra i senesi; così si ebbe qualche
corsa alla tonda, ma fino alla metà del secolo essa dovette coesistere
con le bufalate, popolarissime a Siena ed in tutta Italia. Le
bufalate si effettuavano in Piazza. Presentate dalle Contrade, le
bufale erano scortate da dodici pungolatori muniti di un lungo
bastone chiodato che non si sa bene quanto venisse usato per
spronare la propia bufala e quanto contro gli avversari. Il percorso
misurava tre giri, partiva dal vicolo S.Paolo e la mossa si dava con
uno squillo di tromba.
Ma dal1656, il Palio alla tonda assunse forma strutturalmente
definitiva a cadenza regolare riunendo passione di popolo e di
nobili. Con tanto di dedica alla Madonna, ma non all'Assunta bensì
alla miracolosa Madonna del Fosso,venerata per grazie ricevute e
guarigioni miracolose, nell'allora malfamato quartiere di Provenzano
abitato da soldati spagnoli e prostitute.
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