Il Palio antico
Fra le manifestazioni
che più comunemente accompagnavano nel Medio Evo le celebrazioni in
onore dei Santi patroni, o coronavano quelle fatte in occasione di
avvenimenti particolarmente gioiosi, si effettuavano fin dai tempi più
remoti le corse di cavalli, sia montati che scossi, cioè senza
fantino. Il premio al vincitore consisteva per lo più in un
gonfalone di stoffa preziosa , che era designato col nome latino di
"pallium" e dal nome di questo presumibilmente si cominciò a parlare
di corse del Palio. Un'altra ipotesi molto più recente, avanzata
dallo scrittore ed archeologo Enzo Gatti e ripresa anche dallo
studioso
Sergio Profeti, ci riporterebbe addirittura a quattromila anni fa:
"Il Palio è antichissimo. E' la festa del raccolto. In illirico
(albanese) << palë-a >> vuol dire, infatti, << raccolto >>. Festa
agricola e religiosa per celebrare il raccolto. Tutta la città
partecipa alla gioia del raccolto.... E << Contrada >> è
certamente il luogo dove ci sono negozi, affari e contratti. In
albanese << contratto >> si dice << Kontrata >> ".
Tornando al Medio Evo il Palio inteso come festa non fu una
manifestazione particolare di Siena. Si pensi con le dovute
differenze al calcio storico fiorentino, al giuoco del ponte pisano,
alla giostra del Saracino di Arezzo solo per rimanere in Toscana.
Il Palio si correva anche altrove, ma solo a Siena si è
mantenuto attraverso le turbinose vicende della storia della città
ed anzi ha finito per acquisire una forma ancora più solenne e
fastosa, fino a divenire l'espressione più viva dell'anima della
città che, per certi aspetti, si può dire che viva perpetuamente
nell'atmosfera di esso.
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